Storia della biblioteca
Nell’Italia meridionale, la Biblioteca Lucchesiana si segnala tra le più antiche, tra le più ricche per preziosità e rarità del patrimonio, per coerenza e complessità dell’impianto originario.
Eretta “senza risparmio di fatiche né di spese” dal conte Andrea Lucchesi Palli (1692-1768), vescovo di Agrigento, fu donata al popolo agrigentino e aperta a tutti il 16 ottobre 1765, «affinché siano coltivati sempre più gli studi delle scienze umane e di ogni tipo di sapere, da cui promanano innumerevoli benefici alla Chiesa e allo Stato».
Per costruire la biblioteca, nel 1760 comperò il terreno adiacente il palazzo vescovile. Domenico Dolcemascolo progettò l’edificio, mentre gli intagliatori Francesco Cardilicchia, Pietro Carletto e Michele Vella e il fabbro Carlo Valenti contribuirono alla realizzazione della splendida sala monumentale.
Nel 1766 lo scultore Giuseppe Orlando realizzò la statua del fondatore.
Il magnifico prospetto si estende per un terzo del corso principale del centro storico (via Duomo) e la superficie della Biblioteca supera i 1000 m².
Dal 2015 al 2016 l’Istituto culturale ha festeggiato il 250° anniversario di fondazione con “L’Anno Lucchesiano”.
L’atto di donazione «sincera, pura, semplice e irrevocabile» della sua biblioteca al pubblico agrigentino comincia con questa solenne premessa: «L’illustrissimo e reverendissimo Signor Conte D. Andrea Lucchesi Palli, dei Principi di Campofranco, per grazia di Dio e della Sede Apostolica, vescovo di questa Chiesa agrigentina, considerando nel suo animo quanto è virtuoso e lodevole, per Dio e per la sua anima e per la remissione dei peccati, provvedere alla pubblica utilità erigendo una biblioteca che venga aperta a tutti, allo scopo che gli studi delle scienze umane e di ogni tipo di sapere sempre più siano coltivati – da essi infatti promanano innumerevoli benefici alla Chiesa e allo Stato – da moltissimi anni, non badando né a fatiche né a spese, ha raccolto una biblioteca veramente insigne per abbondanza e scelta di libri. Innalzato poi, per Divina Provvidenza, a questa cattedra episcopale di Agrigento… accrescendolo di nuove fabbriche, costruite dalle fondamenta, rese amplissimo il palazzo vescovile e vi aggiunse anche una sala assai grande, molto adatta alla conservazione dei libri e l’edificio per l’abitazione del bibliotecario, o custode, per arricchire questa città episcopale di un nuovo beneficio, a maggior gloria di Dio». (De Gregorio, 1993: 48).
Le condizioni stabilite nell’atto di donazione, e ribadite in quello di conferma e nel testamento, senza le quali il Fondatore non sarebbe addivenuto al lascito, sono soprattutto due: l’indipendenza e l’autonomia della sua fondazione dall’autorità ecclesiastica e civile «il Donante dichiara che in questa donazione e quanto in essa si contiene non abbiano debbiano né possano mai ingerirsi l’Ill.mi e rev.mi vescovi di Girgenti suoi successori, in perpetuum ed in infinitum, né altra persona in loro nome né altro superiore si ecclesiastico che secolare né per ordinare o dispensare all’accomodo…» (De Gregorio: 1993: 257).
La sua amministrazione venne affidata a quattro canonici del Capitolo della Cattedrale e deputati all’esecuzione della sua volontà e a garanzia della sua istituzione, i quali eleggono il direttore che vi rimane a vita, come legale rappresentante.

La posizione giuridica
Dal documento di donazione col notaio Giovanni Giudice del 16 ottobre 1765, da quello di conferma, col notaio Antonino Diana del 28 settembre 1768, e dal testamento del 15 marzo 1761 pubblicato il 7 ottobre 1768 dallo stesso notaio Antonino Diana, risulta che, secondo la volontà del Donatore, la Biblioteca doveva esistere come ente autonomo, con propria personalità giuridica per salvaguardarne la natura e lo scopo in favore degli Agrigentini e degli studiosi.
L’emanazione di due bolle pontificie del papa Clemente XIII nel 1765 riguardanti la Biblioteca, la loro esecuzione nel Regno di Sicilia concessa dal viceré Fogliani nel 1766, l’ammissione della Lucchesiana a godere delle agevolazioni concesse alle principali biblioteche del Regno, stabilita dal viceré Antonino Lucchesi Palli nel 1837, il regio decreto del 18 maggio 1857, le sentenze dei tribunali italiani, e in particolare quella del 1898, hanno ormai riconosciuto, senza alcun dubbio, la natura di ente morale autonomo con scopo di pubblica utilità alla fondazione di mons. Lucchesi.
Sostegno economico
Il vescovo, nelle disposizioni scritte nell’atto di donazione e nel testamento, aveva stabilito tanti lasciti che dovevano garantire il pagamento dello stipendio del direttore, vice direttore, massaro, gli interventi di manutenzione e l’acquisto di nuove opere per arricchire la biblioteca.
Per garantire il mantenimento e la permanenza in Agrigento dei Padri Liguorini, Lucchesi Palli aveva fatto costruire gli alloggi e affidato loro le cariche di bibliotecario, vice-bibliotecario e massaro, e anche di procuratori dei deputati per l’esazione delle rendite.
Le vicende storiche
Alla morte del Vescovo si apre per la Lucchesiana un periodo travagliato. Inizia infatti una contesa giudiziaria fra l’Amministrazione della Biblioteca e i principi di Campofranco che si conclude in una transazione, stipulata il 30 gennaio 1787 presso il notaio Filippo De Gregorio, che riduce la rendita stabilita dal donatore e pertanto sempre meno adeguata ad assicurare la funzionalità della biblioteca. Cominciano inoltre i conflitti fra l’autorità ecclesiastica e quella civile sull’assetto istituzionale entro cui collocare la Lucchesiana, avviene la dispersione della collezione antiquaria e si verifica la scomparsa di alcuni preziosi manoscritti latini, greci ed arabi e delle 4 patere d’oro del VII sec. a.C.
La situazione si aggrava quando nel 1860 lo Stato sopprime gli ordini religiosi ed incamera i loro beni. I Liguorini furono espulsi e lo Stato assegnò al Municipio di Agrigento la Biblioteca Lucchesiana, nonostante fosse chiaro che, non essendo un bene dei Liguorini, la Biblioteca non poteva essere soggetta all’incameramento nel demanio pubblico. Il Municipio l’occupò e la gestì dal 20 giugno 1862 sino al 1898, quando, dopo una lunga causa civile, i deputati della Lucchesiana, sostenuti dai vescovi mons. Gaetano Blandini e mons. Bartolomeo Lagumina, ottennero finalmente giustizia e la Biblioteca fu restituita ai suoi naturali amministratori.
Ma la situazione dell’Istituto continua a rimanere precaria, non essendovi la disponibilità necessaria per fare fronte alle spese di funzionamento.
Lo stato di abbandono della biblioteca fu ricordato da Luigi Pirandello. Il giovane studioso universitario di allora, ne diede notizia in una dettagliata lettera al suo insegnante, Ernesto Monaci, Ernesto Monaci (1844-1918), professore di Storia comparata delle lingue e delle letterature neolatine all’Università La Sapienza di Roma.
In quella lettera del settembre 1889, scrive al suo amato maestro, raccontandogli di aver fatto fede alla sua promessa di recarsi «in Girgenti, a cercare se in quella biblioteca Lucchesi-Palli vi fossero degli antichi manoscritti» (Iacono, 2024: 42-47 ).
Dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale la biblioteca rimase chiusa e parecchi volumi, tra i più preziosi, vennero portati in salvo in luoghi sicuri, la Biblioteca risorse e riprese in pieno la sua funzione per l’opera di Angela Daneu Lattanzi, allora Soprintendente bibliografico, e del direttore can. Vincenzo Ravanà. Furono riordinati, inventariati e schedati tutti i volumi; la Biblioteca fu dotata di altri scaffali e schedali, arricchita di nuovi libri per lasciti o per dono dello Stato e della Regione Siciliana, fu ammessa al prestito con le altre biblioteche italiane, fu riaperta al pubblico in tutti i giorni non festivi. Tante iniziative furono realizzate in quegli anni: nel 1949, in Lucchesiana si organizza la prima mostra bibliografica dove vengono esposte rarità bibliografiche, incunaboli, manoscritti, libri illustrati; nel 1955 fu sede del primo Convegno regionale delle biblioteche.
A seguito dell’infestazione termitica, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre del 1963, crollò il tetto del salone centrale e di due salette adiacenti, provocando danni notevoli al materiale librario e alla pregevole scaffalatura lignea. La biblioteca venne chiusa al pubblico e venne dato inizio ai lavori di rimozione della copertura a falde della sala di lettura.
Si dovette provvedere ad un riparo per i libri che furono accatastati nelle stanze contigue e successivamente vennero depositati nei locali del Museo Civico ove rimasero, mal custoditi, fino al luglio 1979 quando i volumi tornarono nella loro sede originaria.
Il 19 luglio 1966 alcune zone della città, fra cui quella in cui sorgono la Cattedrale, il palazzo vescovile e la Lucchesiana, franarono. Nel gennaio del 1968 il terremoto che colpì il Belice danneggiò anche Agrigento.
Della Lucchesiana si poté riparlare un decennio dopo, quando, con i progetti finanziati dalla Regione Siciliana, i locali vennero ristrutturati, il tetto del salone principale ricostruito e poi venne restaurata anche la scaffalatura lignea, costruita una nuova scala, sistemate tutte le stanze e anche un salone a pianterreno e compiuti tutti gli altri lavori necessari per la funzionalità della biblioteca.
La Convenzione tra la Regione Siciliana e la Deputazione
L’Assessorato Regionale dei Beni Culturali Ambientali e Pubblica Istruzione ha avuto il grande merito di finanziare i lavori di restauro del’edificio e della scaffalatura, e di assicurare, successivamente, la riapertura della biblioteca e garantirne un servizio continuo al pubblico mediante la stipula della Convenzione, ancora vigente, nel 24 luglio 1990 fra la Deputazione della Biblioteca Lucchesiana e l’Assessorato dei Beni culturali. La Deputazione «si impegna ad assicurare l’uso al pubblico della stessa Biblioteca e a mantenerla sempre funzionante affinché “ivi possano essere coltivati gli studi” secondo la disposizione del fondatore», mentre l’Assessorato si impegna a provvedere «tenuto conto delle disponibilità del proprio bilancio, a tutti gli adempimenti concernenti la tutela, la conservazione, la catalogazione e la fruizione della medesima Biblioteca al fine di un’adeguata valorizzazione dei beni bibliografici in essa contenuti e a predisporre l’utilizzazione tramite gli uffici tecnici della Amministrazione regionale dei Beni culturali, presenti ad Agrigento, di unità di personale che garantiscano l’ottimale fruizione del patrimonio bibliografico ivi conservato».
La biblioteca venne riaperta ufficialmente al pubblico il 15 dicembre 1990 col discorso «Per l’inaugurazione di una Biblioteca» di Gesualdo Bufalino.
Inizialmente la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento ha provveduto col proprio personale per il servizio in biblioteca. Negli ultimi anni è subentrato il Parco Archeologico Valle dei Templi che provvede col personale e per la manutenzione ordinaria della Lucchesiana.
Visitatori illustri
Visitatori illustri, Patrick Brydone, Joseph Hermann von Riedesel, Richard Payne Knight, Gabriele Lancillotto Castelli, principe di Torremuzza, Henry Swinburne, Frederich Münter, Johann Heinrich Bartels, Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, William Henry Gregory, Giuseppe Picone, Michele Amari, Raffaello Politi, Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia vi si recarono e narrarono le loro impressioni.
Don Angelo Chillura
Bibliografia
Agrigento <Diocesi>, 1761, Istruzione pastorale sovra la comunione….. D. Andrea Lucchesi=Palli de’ principi di Campofranco, Vescovo di Girgenti. Girgenti.
Agrigento <Diocesi>, 1761, Diocesana contro i regolari che oseranno contravvenire al Rituale Romano con vestire del loro abito cadaveri di sacerdoti, diaconi, suddiaconi e chierici minori e così vestiti condurli alla sepoltura. Andrea Lucchesi=Palli de’ principi di Campofranco, Vescovo di Girgenti.
Agrigento <Diocesi>, 1765, Raccolta di alcune notificazioni, editti, ed istruzioni pubblicate pel buon governo di sua vasta diocesi da monsignor d. Andrea conte Lucchesi-Palli de’ principi di Campofranco, per la Dio Grazia, e della S. Sede apostolica vescovo di Girgenti … Tomo primo, Palermo.
ASAG, 1765, Andrea Lucchesi Palli, Atto di donazione della Biblioteca Lucchesiana al popolo agrigentino, notaio. Giovanni Giudici, Ms. 16-10, vol. 3309, cc. 77-84.
AGRIGENTO <Diocesi>. Ordinazioni e istruzioni della sagra visita pastorale da farsi nelle Chiese, Monisterj, e luoghi pii di questa Città, e Diocesi Girgentina da noi D. Andrea Lucchesi=Palli de’ principi di Campo-franco, per la Dio grazia Vescovo di Girgenti, prelato domestico della Santità di N.S. Papa Benedetto XIV, e del sagro Pontifizio soglio Vescovo assistente, Regio Consigliero. &c. Girgenti 1766.
ASAG, 1768, Andrea Lucchesi Palli, Conferma della donazione della Biblioteca Lucchesiana, notaio Antonino Diana,. Ms. 28 settembre, vol. 801, c. 24r.
Bellavia, A., 2022, Incunaboli ad Agrigento I. Biblioteca Lucchesiana e Biblioteca del Seminario Arcivescovile, a cura di A. Bellavia et al., Roma.
Bufalino, G., 1991, Per l’inaugurazione della Biblioteca “Lucchesi-Palli”, Agrigento 15 dicembre 1990, in “BI e CO: Biblioteche e cooperazione in Sicilia: bollettino d’informazione dell’Associazione italiana biblioteche, Sezione Sicilia”, III, mag.-giu.
Daneau Lattanzi, A., 1947, Sistemazione radicale della Biblioteca Lucchesiana, in “Sicilia del Popolo”, III, 80, (4 aprile), p. 2.
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Lo Iacono, G., Iacono, C. A., Iacono G., 2018, La Lucchesiana di Girgenti, Caltanissetta.
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Lucchesi Palli, A., 1760, Opuscoli di autori siciliani tomo quarto alla grandezza di monsignor Don Andrea Lucchese – Palli de’ principi di Campofranco vescovo di Girgenti assistente al sagro soglio della santità di Clemente XIII, e del Consiglio di S. M. Siciliana, Palermo.
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Vella, M., [1766], Architettura prattica, ove si danno le regole per imparare con facilità a regolare la mano. Opera composta da D. Michele Vella scultore, dedicato: A Monsig.re D. Andrea Lucchesi Palli vescovo di Girgenti, Tomo I. Girgenti.
Vella, M., [1766], Antichità del magnifico vetusto Agrigento con le sue medaglie attenenti ad esso opera di D. Michele Vella, dedicato: all’Ecce.mo Monsig.re D. Andrea Lucchesi Palli de’ Principi di Campofranco vescovo di Girgenti. Tomo I. Girgenti.
Vella, M., [1768], Monumenti spiegati dell’antica Agrigento e sue medaglie. Opera di D. Michele Vella, tomo secondo e una buona raccolta di medaglie di Siracusa e nel fine del medesimo vi sono delle brave medaglie consulari dedicato: all’Ecce.mo Monsig.re D. Andrea Lucchesi Palli de’ Principi di Campofranco vescovo di Girgenti. Tomo II. [opera di tavole finemente disegnate e colorate ad acquarello].






